Agire per il proprio e l’altrui bene – quando è sincero?

Vorrei chiarire un concetto oggi troppo frainteso: “Fare il bene per se stessi è diverso dall’essere egoisti” perchè presuppone un profondo lavoro su se stessi per accettarsi, amarsi, rispettarsi ed essersi creati una filosofia e uno stile di vita a cui attenersi, per cercare il proprio equilibrio psico-fisico-mentale-spirituale, per ottenere il quale sono necessari: impegno, determinazione, costanza e azione.

Piacere, comodità, interesse, intesi esclusivamente in senso materiale, sono in contrasto con ciò che rappresenta il bene per se stessi,. in quanto si allontanano dal significato profondo del termine: “Bene”.inteso come: amore e ricerca di equilibrio, salute, benessere e armonia. dentro e fuori se stessi.

Probabilmente per molti, piuttosto che predersi cura di se stessi e della propria salute, facendo una vita sana e naturale, è piu’ comodo e piacevole stare seduti davanti a uno schermo,  giocando con un video gioco, mangiando un sacchetto di patatine fritte, bevendo un bicchiere di coca cola, ascoltando musica demenziale a tutto volume, in modo da generare scompensi, da controbiianciare con altri squilibti e dipendenze che aumentano i disagi psico-fisico-corporei.

Egoismo è pretendere da altri quello che si puo’ fare da soli,  ma si evita e, spesso, l’ottenerlo presuppone sacrificio, sofferenza di altri e legami di dipendendenza che comportano interessi e vantaggi per l’egoista.

E’ un atto di convenienza che esclude il donare, senza nulla pretendere, tipico dell’amore.

Per rafforzare la richiesta, l’egoista in modo subdolo e malvagio, ben consapevole del sacrifico che comporta,  la motiva con allusioni ad opere di bene, di solidarietà, di generosità, che non hanno ragione di esistere altro che nella mente del richiedente, e che comportano, in caso di rifiuto, l’insorgere verso se stessi e gli altri, di disagio, senso di colpa e di disprezzo nei confronti di chi si è sottratto.

Attenzione dunque ad assecondare pretese  che richiedono di fare qualcosa per il bene di qualcuno o della collettività, si stanno spalancando le porte che conducono a una trappola che instaura un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.,

Piu’ le persone sono in buona fede e ingenue maggiori sono le probabilità di essere irretite.

Le opere di bene si fanno senza essere avvolte da pubblicità perchè sono doni d’amore e. qualora vengano pubblicizzate, cominciare a difidare. Le stesse persone che si prestano ad aiutare gli altri e lo sbandierano ai quattro venti: ” Ho fatto questo per…” spesso agiscono egoisticamente per creare obblighi e dipendenze che costringano altri a restituire le azioni compiute.

Ricapitolando quindi: seguire quello che rappresenta il bene per se stessi vuol dire: compiere un dono silenzioso di amore nei confronti di se stessi, seguendo cio’ che in quel momento, in quelle condizioni, e in quel luogo si  giudica essere quello che permette all’individuo in quanto unione di mente- corpo- spirito di ricercare il proprio equilibrio, il proprio benessere, la propria salute psico-fisico-mentale-spirituale, seguendo la propria filosofia e il proprio stile di vita, con coraggio determinazione e impegno e, soprattutto, prendendosi la responsabilità  di se stessi e del proprio benessere.

Seguire il proprio bene presuppone essere liberi di  esprimere se stessi, indipendenti, privi di condizionamenti, consapevoli di amarsi, rispettarsi e, in particolar modo, di non permettere a niente e a nessuno di creare sofferenza, dipendenza, stumentalizzare, e sfruttare colpevolizzare, ricattare per interessi egoistici se stessi e  la propria esistenza.

Seguire il proprio bene vuol dire sentirsi soddisfatti e gratificati con se stessi, riflettere intorno a se benessere, gioia, serenità ed essere disponibili a diffondere equilibrio ed armonia aiutando coloro che ci circondano e che vogliono essere soccorsi.

Al contrario essere costretti egoisticamente a fare il bene di altri comporta sacrificio, sofferenza, frustrazione, che inevitabilmente si irradiano internamente ed esternamente, creando irritazione, rabbia, contrasti , invidie e gelosie, che squilibrano la propria e l’altrui vita.  (Wilma)

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Un po’ di chiarezza su: Amore, Egoismo

In questo periodo esiste una gran confusione riguardo ai valori basilari della vita e spesso si scambiano i sentimenti e i modi di essere gli uni con gli altri generando incomprensioni, contrasti, irritazione, rabbia e sofferenza

Vediamo di fare un po’ di chiarezza. per cercare di comprendere e di distinguere l’assenza dall’apparenza ed evitare di considerare l’apparenza ingannevole il motore di determinati comportamenti e azioni.

Amore, ne ho già trattato in un precedente articolo, è un dono che si fa spontaneamente e che gratifica se stesso, ragione per cui chi lo fa agisce in modo disinteressato e senza secondi fini e senza pretendere niente, Che cosa ne faccia l’oggetto del dono, di quello che ha avuto, spetta a chi lo riceve,e alla sua coscienza ed è ininfluente sull’azione del donare. Un semplice esempio per capire meglio: dono un giocattolo a un bambino, lo faccio perchè mi fa piacere e mi fa sentire bene, nel cercarlo comperarlo e regalarlo impegno con gioia il mio tempo, la mia mente e il mio cuore, sono soddisfatta nel regalarlo e per me il discorso finisce. Cosa ne faccia il bimbo del mio dono  non incide sulla mia gratificazione e sulle emozioni che ne scaturiscono,riguarda solo ed esclusivamente il bambino. La prima persona da amare è la piu’ importante della propria vita: cioè se stessi. Nessuno può amarci come noi stessi e si interessa  e ci resta sempre accanto sempre e in ogni circostanza come noi stessi. Premesso questo quando  ci si ama, ci si accetta per quello che si è, si è soddisfatti di se stessi, e, soprattutto, si rispetta se stessi e si sceglie di seguire ciò che è il bene per se stessi. Questa considerazione dell’amore di se stessi è una difesa, perche’ permette di riconoscere la mancanza di accettazione e di rispetto da parte degli altri, e  favorisce l’allontanamento di chi, apparentemente e subdolamente, cerca di approfittare delle situazioni e dei sentimenti per ottenere interesse e sfruttamento identificandoli con l’amore.

Egoismo, va nettamente distinto dall’amore, si persegue nel momento in cui si pretende dagli altri quello che si potrebbe ottenere da se stessi, ma che si evita di fare per diversi motivi: comodità, interesse, incapacità, mancanza di volonta, pigrizia, sfruttamento ecc… e si aspetta che lo facciano gli altri. L’egoista usa molti modi per convincere la sua vittima,  dalla semplice convinzione, al ricatto,  fino all’oppressione e all’imposizione vera e propria, soprattutto quando si incontra resistenza. Molti sono i mezzi e i modi con i quali l’egoista agisce dai piu’ subdoli e nascosti ai piu’ apparenti e manifesti. Raggira la vittima chiedendo solidarità’, compassione, facendo leva su emozioni e sentimenti strappalacrime, fini umanitari, utilizza ricatti affettivi, sensi di colpa e molto spesso crea il vuoto intorno alla persona da colpire in modo che si senta sola e isolata, colpevole, perda la fiducia e la stima in se stessa, e si affidi totalmente al suo aguzzino.

L’amore lascia la libertà, l‘egoismo invece sottomette, crea  legami e dipendenze.

.L’amore si riconosce perchè è gioia, soddisfazione, gratificazione.

L’egoismo è frustrazione, sofferenza, privazione, sacrificio,

Chi ama lo fa spontaneamente e senza necessità di apparenza e pubblicità, l’egoismo invece si fonda sul rimarcare gli atteggiamenti compiuti dalla persona che lo esercita.

Quando si sente dire: “Ho fatto tanto per te, non mi aspettavo il tuo comportamento!oppure dovresti essere riconoscente ecc..”   L’intento delle azioni è l’egoismo. Chi agisce per amore evita qualsiasi ricatto e la generazione di sensi di colpa.

il pretendere di fare qualcosa per gli altri mascherandolo  con l’amore e la solidarietà,  è solo una giustificazione per costringere le persone a compiere azioni contro il proprio volere e che avrebbero evitato di fare.

Il proprio prossimo si aiuta amando se stessi, essendo sereni, soddisfatti e in pace, solo in questo modo si può riflettere intorno a se positività e agire di conseguenza coinvolgendo chi ci sta intorno.!

il sacrificio implica sofferenza e frustrazione che, alla fine,  è quello che si dona agli altri se non si sta bene con se stessi.

Smettiamo di chiedere solidarietà, compassione e amore dagli altri, cominciamo ad agire responsabilmente e consapevolmente per ottenere quello che ci manca da noi stessi, solo in questo modo potremo fare un atto d’amore donandolo agli altri. Chi ha dentro l’amore puo’ donarlo, chi è vuoto lo pretende dagli altri, ma come puo’ pretendere che gli altri si prendano cura di lui, quando lui stesso è incapace di farlo?

Diffidiamo di tutti coloro che chiedono sacrifici in nome di compassione, solidarietà, bene altrui, sono mossi da interessi egoistici e di sfruttamento.

Smettiamo di soffrire per chi è mosso da egoismo mascherato da amore, allontaniamolo dalla nostra vita e circondiamoci solo di persone che ci rispettano, ci accettano per quello che siamo, senza chiedere nulla in cambio, ma solo donando amore.  (Wilma)

 

La realtà in cui vivi ti piace?

Se ti piace, sei tranquillo e ti auguro di vivere serenamente.
Se invece la risposta è:” No!” , puoi fare due cose:
– 1) RASSEGNARTI PASSIVAMENTE e, in questo caso, evita di lamentarti, sii consapevole che è una tua scelta con la quale hai delegato altri rispetto alla tua vita e assumiti le tue responsabilità
2) CAMBIARE in questo caso:
a) Puoi farlo velocemente con una decisione improvvisa e risolutiva,
b) Cominciare a modificare lentamente e gradatamente quello che ti disturba, iniziando dalle piccole cose, lanciarsi subito con grandi mutamenti, nel caso di fallimento, comporta demoralizzazione e umiliazione, emozioni che possono bloccare la trasformazione.
Anche questa è una tua scelta, nella quale nessuno può aiutarti, perchè elementi e risposte sono dentro di te. Devi ponderare, secondo tanti fattori soggettivi, che solo tu conosci e devi esaminare e valutare partendo da te stesso, come per esempio la tua indole, le tue capacità, il tuo coraggio, la tua voglia di migliorare, ecc.. poi, in un secondo momento vanno considerate le circostanze esterne: ambiente, tempo, luogo, ecc…Ogni volta cercando consapevolezza e assumendoti la responsabilità che ne deriva dalla tua decisione e, soprattutto, in primis, nel rispetto di te stesso e seguendo ciò che tu ritieni il meglio per te.
Se la situazione che vuoi cambiare coinvolge solo te stesso devi tener conto esclusivamente della tua persona, se invece il cambiamento riguarda una collettività, devi valutare anche l’impatto che suscita.
Ovviamente da evitare il comportamento di Don Chisciotte che parte contro i Mulini a vento, si verrebbe disarcionati subito e molto probabilmente anche emarginati dalla massa.
Evita di pretendere di cambiare gli altri a tuo piacimento, rispetta invece l’altrui diversità nel rispetto di te stesso e degli altri, che vuol dire l’accettazione dell’altrui diversità, rispettando anche se stessi ed evitando ogni forma di sottomissione e dipendenza.
Una volta che hai deciso non ti scoraggiare sono i piccoli passi e le piccole cose che portano alla meta. Guarda solo al presente ora, adesso evita di pensare al:
-passato è finito, qualunque cosa tu faccia, rimane sempre uguale
– domani che ignori se, quando, come verrà
Pretendi e impegnati solo per i tuoi cambiamenti, nel rispetto degli altri
Apporta piccole e continue modificazioni in modo da contribuire al cambiamento delle proprie condizioni e di quelle degli altri in base alle proprie capacita e possibilità.
L’acqua del mare è fatta di minuscole gocce che sembrano insignificanti, ma se si uniscono moltissime in una grande onda, fanno uno tsunami che tutto travolge e cambia tutto il paesaggio
Fai nel tuo piccolo quello che puoi fare, senza che gli svantaggi di quello che fai diventino maggiori dei vantaggi e ti travolgano fermando il tuo cambiamento (Wilma)

PROPOSITI PER UN NUOVO ANNO o COSA FARE PER CAMBIARE E MIGLIORARE LA PROPRIA VITA

Lo scopo è quello di vivere meglio, ragione per cui va eliminato, fatto fluire via tutto quello che non piace. Il processo deve iniziare all’interno del singolo per poi espandersi all’esterno. La persona prima si deve sentire soddisfatta di se’ stessa e, solo successivamente, allargare la propria soddisfazione condividendola con gli altri. Vi sono situazioni, avvenimenti e persone che fanno parte dell’esistenza e che provocano sofferenza, rabbia, irritazione e sui quali non si può agire, tuttavia si puo’ operare su se’ stessi e cambiare la propria visione e interpretazione dei fatti a proprio favore, prendendosi la responsabilità delle proprie decisioni e assumendosene consapevolmente le conseguenze
. Un esempio per comprendere: se navigo in giro per il mondo io non ho il potere di determinare lo scatenarsi o meno delle tempeste sul mio percorso, però posso modificare le vele per sfruttare a mio favore i venti delle bufere e arrivare prima alla mia meta. Per fare questo è necessario mantenere l’obiettività, la calma e la lucidità mentale per decidere, essere in forza e in salute per reagire fisicamente al viaggio, valutare le situazioni e avere fiducia nelle proprie forze e capacità.
Come si raggiunge tutto questo? Creandosi una propria filosofia e un proprio stile di vita praticando i quali ci si senta bene, in equilibrio con se stessi e con gli altri. Perché proprio, personalizzato? Perche’ ogni individuo è unico e diverso dagli altri e quello che va bene per uno, puo’ non andare bene per un altro o essere addirittura nocivo. Proprio per questo i modelli generali non sono adattabili ai singoli individui. Conformarsi a modelli vuol dire diventare una brutta copia di un originale che non ha nulla a che fare con l’essere se stessi. Un esempio di come la considerazione del proprio bene sia diversa da individuo a individuo: Un soggetto può essere goloso di “nocciole” perché gli piacciono e rappresentano il cibo ideale per lui, mentre a un altro la nocciola puo’ creare problemi, perche’ è allergico al frutto, mangiandolo puo’ andare incontro a uno shock anafilattico con rischio della vita. Va inoltre ricordato che ognuno è la persona piu’ importante della propria vita e nessuno puo’ amarlo e prendersi cura di lui come può farlo se’ stesso. Cio’ premesso vediamo da dove puo’ iniziare un cambiamento. La prima cosa da fare è guardare dentro se’ stessi e prendere consapevolezza di se stessi con le proprie capacità, potenzialità, inclinazioni, pregi e difetti. Porsi quindi delle domande per comprendere perché si è in un certo modo e trovarne la causa, infine valutare cosa fare per accettarsi e assomigliare all’immagine della persona ideale che si ha in mente per se’ stessi. Quando, finalmente, si arriva a essere quello che si vuole, ci si deve accettare, amare e rispettare per sentirsi soddisfatti e gratificati di se’ stessi e, a quel punto, ci si puo’ aprire agli altri condividendo la soddisfazione e/o aiutando gli altri. In questo non ci deve essere sacrificio, ma solo gioia di donare amore, amicizia, cortesia,solidarietà, ad altri che fanno parte della stessa cerchia di vita. La decisione di dedicarsi agli altri deve essere una libera e consapevole scelta, senza condizionamenti e ricatti di alcun tipo, neppure affettivi. Questo è comunque un altro discorso da affrontare piu’ avanti.
Per modificare se’ stessi si deve agire dall’interno, dentro se stessi ci sono tutte le risposte a quello che si cerca e a come risolvere eventuali problemi. Le aree che vanno considerate sono tutte collegate tra di loro e interagiscono, ragione per cui non bisogna mai dimenticare di prestare attenzione alla visione di insieme. Quando si è in equilibrio all’interno di se’ tutto funziona bene e l’energia vitale fluisce, alimentando corpo-mente-spirito. Quando invece vi sono squilibri l’energia rallenta il suo corso fino a bloccarsi a seconda dell‘intensità e della durata dello squilibrio, inoltre, per compensare lo stress generato, si vanno a squilibrare altre parti dell’organismo nel suo insieme. Un esempio per capire: ho un piede fratturato, la causa la considereremo in seguito perche’ fa sempre comunque parte dell’equilibrio nel suo insieme, vediamo cosa succede: per compensare il fatto che non posso appoggiarmi sull’arto, affatico maggiormente l’altra parte del corpo, assumo posture sbagliate, e fatico per fare ogni cosa, questo comporta uno stress sulla muscolatura, sulle ossa, sulle articolazioni, sulle gambe, sulla colonna vertebrale, il fatto poi della mancanza di una postura diritta va a comprimere legamenti, tendini, muscoli, vasi sanguigni, nervi ecc… che agiscono su tutto l’organismo oltre che sul fisico, Se il sangue non scorre bene l’ossigeno che giunge al cervello ha degli scompensi che possono influire sulla lucidità mentale, ne puo’ derivare offuscamento della mente, stanchezza, minore capacità di ragionamento, gli impulsi nervosi possono essere modificati o annullati per la compressione dei nervi e i segnali da e per il cervello ne risultano alterati. A livello psico- mentale si possono generare sentimenti di tristezza, sfiducia, depressione che mettono in crisi tutta la persona ecc…Tralasciamo effetti sulla nutrizione che può essere usata come compensazione di frustrazioni fisiche e mentali per dare sicurezza, sul metabolismo, sullo scarso movimento e tante altre correlazioni che si possono trovare. L’esempio è abbastanza semplice e banale, tuttavia pone l’attenzione su come tutto nell’organismo funziona come una unica grande centrale nella quale tutto è collegato e interagisce e si influenza a vicenda.
Se vogliamo cambiare la nostra vita dobbiamo cominciare ad agire inizialmente da 5 aree fondamentali:
– La respirazione
– La nutrizione intesa non solo in senso fisico ma anche psico-affettivo
– Il movimento
– Il sonno
– il pensiero, le emozioni e i sentimenti .
Dal momento che siamo esseri di energia per ogni area va considerata innanzitutto la parte energetica, le vibrazioni che genera e le interazioni dentro e fuori l’individuo.

Prima di partire per un radicale cambiamento bisogna fare delle scelte riguardo a quello che è per noi la priorità di vita e su che cosa siamo disposti a rinunciare o a modificare per raggiungerla.
In base alla risposta si può procedere o meno sul cambiamento, se intendiamo operarlo, come e a quale prezzo. Iniziando da subito (Wilma)

PASSIFLORA INCARNATA – La pianta, rimedio naturale, che allontana l’ansia e la paura e fa affrontare la vita con coraggio e serenità.

E’ anche detta: “Fiore della Passione”.
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CENNI BOTANICI:
Pianta perenne rampicante, tipica delle regioni sub-tropicali dove cresce spontanea nelle foreste pluviali, originaria del Sud America e dell’India Occidentale. Si coltiva anche nel bacino del Mediterraneo.
I rami sono lunghi fino a dieci metri, con viticci che si attaccano ai sostegni. Le foglie sono palmate ovali e di colore verde chiaro.
I fiori grandi con cinque petali bianchi, rosa, violetto hanno una fitta corona di filamenti formata da piccole foglie rosso porpora, scure verso l’interno, simili a una corona di spine.
Il frutto è costituito da una bacca ovale, verde-giallognolo, grande quanto un uovo. Vi sono numerosi semi rivestiti da una polpa biancastra, profumatissima dal sapore dolce acidulo, è commestibile.

CENNI STORICI:
Per le sue qualità terapeutiche, era utilizzata come rimedio naturale, nella medicina popolare dei nativi dell’America centrale e meridionale. La sua diffusione in Europa si deve agli Spagnoli e agli Inglesi che avevano conosciuto e apprezzato la pianta nelle loro colonie.
Probabilmente la passiflora fu portata in Europa intorno al 1610, ad opera di un frate missionario.
Durante la prima guerra mondiale la pianta veniva usata con successo per sedare e curare l'”Angoscia da guerra”.

I PRINCIPI ATTIVI:
Sono contenuti nelle parti aeree (germogli, foglie, viticci, fiori, frutti, frammenti di corteccia) raccolti all’epoca della fioritura o quando maturano i frutti.
Essi appartengono in maggioranza a:
– Flavonoidi di cui la pianta è ricca e che sono responsabili, tra l’altro, dell’azione antispasmodica.
– Alcaloidi che conferiscono l’azione calmante, sedativa, leggermente ipnotica.
– Olii essenziali.

AZIONE TERAPEUTICA:
– sedativa del sistema nervoso centrale e del cuore
– antidepressiva
– ansiolitica
– antispasmodica della muscolatura
– lenitiva
– leggermente antinfiammatoria
– ipotensiva
– blandamente ipnotica in quanto favorisce il sonno fisiologico

INDICAZIONI:
– e’ considerata il rimedio naturale per la sindrome ansiosa con irrequietezza e insonnia.
– stimola il sonno fisiologico senza risvegli notturni e intorpidimento mattutino.
– sedativa perché ha effetto sul sistema nervoso centrale.
– facilita lo svezzamento dagli psicofarmaci, a dosi a scalare progressive. quando si vogliono eliminare i farmaci per sostituirli con rimedi naturali. E’ stato dimostrato che ha un’azione più potente di quella di alcuni psicofarmaci.
– effetto contro le angosce da traumi, le nevrosi, l’isteria, le fobie e le ossessioni.
– azione spasmolitica a livello cardiaco e bronchiale.

FORMA DI UTILIZZO

– Tintura madre
– Infuso al 3%
– Estratto secco (capsule) titolato allo 0,5% in flavonoidi

AVVERTENZE:

Può causare sonnolenza. Molto raramente può dare orticaria. Evitare in associazione l’uso di alcool.

INFLUSSI MAGICO-ENERGETICI:

La passiflora è sacra al sole, inteso come sorgente di vita e regolatore delle forze vitali e alla luna che governa le emozioni, il sonno, il cervello, la femminilità. La pianta rafforzata dalle energie solari influenza e placa le emozioni, dona il sonno, rasserena il cervello e tranquillizza le inquietudini, in particolare quelle della menopausa.
Simboleggia la fede religiosa e la Passione di Cristo, infatti i filamenti del fiore ricordano la corona di spine di Gesù, gli stili i chiodi, lo stame la spugna imbevuta di aceto e le foglie le lance.
La pianta insegna, allo stesso modo del sacrificio di Cristo, vissuto con accettazione consapevole per il bene dell’umanità, a non avere paura della vita e delle difficoltà, ad accettarle e ad affrontarle con coraggio e serenità perchè fanno parte della nostra esistenza. La passiflora mette in evidenza come sconfiggere la paura sia il modo migliore per vivere serenamente e far trionfare il bene e la luce.

Le informazioni energetiche-fitoterapiche-alimentari hanno carattere generale, non sostituiscono l’intervento del medico, quando è necessario, e neppure vogliono sostituirsi all’approcio terapeutico convenzionale. Ogni iniziativa individuale in contrasto o in sostituzione del parere e delle prescrizioni dello specialista di competenza è esclusivamente a carico di chi la effettua.