Perche baciarsi sotto il vischio la notte di Capodanno?

La tradizione viene fatta risalire ai Druidi, popolazione che abitava il nord Europa, si narra infatti che quando due nemici si incontravano sotto una pianta di vischio, erano soliti abbandonare le armi e accordarsi per una tregua, l’accordo veniva sancito da un bacio.
Secondo una leggenda Celtica invece la dea dell’amore Freya, aveva due figli Balder buono e Loky cattivo, Loky costrui una freccia con un ramoscello di vischio e uccise il fratello. Freya vedendo l’accaduto comincio a piangere e a disperarsi. Le lacrime della dea si trasformarono in bacche bianche che quando caddero sul cadavere del figlio lo rianimarono e Balder torno in vita. Per la felicità la dea cominciò a baciare tutti quelli che passavano sotto il vischio e i suoi baci portarono felicita’ e fortuna a tutti coloro che li ricevettero .
In seguito anche il Cristianesimo dedico’ una leggenda al Vischio. Si racconta che un vecchio, avido e avaro, sia andato davanti alla grotta dove nacque Gesù e vedendo il piccolo, abbia capito tutto il male che aveva fatto, pentito comincio’ a piangere, le sue lacrime caddero su un cespuglio e si trasformarono in perle splendenti, da allora nacque il vischio come lo conosciamo oggi.
Per Druidi e per i Celti il vischio era una pianta sacra , che si credeva allontanasse malattie e sventure, portando prosperita e fortuna. Tale valore simbolico è giunto fino a noi perciò si comprende facilmente come il vischio sia entrato nelle case e perchè si appenda alle porte la notte di Capodanno e ci si scambi gli auguri per il nuovo anno baciandosi sotto la pianta. (Wilma)

SOLSTIZIO D’INVERNO

Solstizio deriva da un termine latino composto da sol e sistere e significa “il fermarsi del sole”.
E’ il momento nel quale il sole raggiunge il punto massimo dell’eclittica , Il solstizio di dicembre segna l’inizio dell’inverno nell’emisfero nord, mentre nell’emisfero sud l’inizio dell’estate.
Nell’emisfero boreale segna il passaggio dalle tenebre alla luce, infatti da questo giorno le giornate si allungano, maggiore è la distanza dal nord e piu’ lunga è l’illuminazione. Per esempio, a Palermo il sole si alza alle 07,17 e tramonta alle 16,48, mentre a Bolzano si alza alle 07,53 e tramonta alle 16,28, come si vede c’è quasi un’ora di piu’ di luce a Palermo rispetto a Bolzano, città piu’ a nord di Palermo.
Questa data segna anche l’inizio del risveglio della natura e simbolicamente il risveglio interiore dell’uomo.
Fin dall’antichità, già in epoca preistorica gli uomini hanno attribuito al solstizio d’inverno un valore simbolico e hanno celebrato riti e feste per questa ricorrenza : ne sono un esempio le costruzioni di Stonehenge in Gran Bretagna, le incisioni rupestri in Val Canonica.
Per i popoli pagani era il “Sol invictus “;”i Saturnalia” nell’antica Roma (dal 17 al 23); il Natale per il cristianesimo, residui del quale resistono ancora oggi; Yule per i Celti e nel neopaganesimo.
I varchi tra le due dimensioni che sono legati ai due solstizi presso i pagani erano sorvegliati da Giano Bifronte, con l’avvento del cristianesimo la divinità pagana è stata sotituita da due Giovanni: Giovanni Battista quello del solstizio estivo e Giovanni Evangelista quello invernale.
La pianta che simbolicamente rappresenta il solstizio invernale è il vischio (Wilma)

1 novembre la festa di ognissanti e 2 novembre la commemorazione dei defunti

 

Sono feste cristiane che si fanno risalire ai primi albori del Cristianesimo

. Se ne hanno tracce nel IV secolo ad Antiochia, dove, la domenica successiva alla Pentecoste, si commemoravano tutti i martiri.

La data del 1 di novembre come ricorrenza e festa di ognissanti fu istituita da papa Gregorio VII (731-74 d.C.) e riguarda tutti i santi, non solo quelli santificati ufficialmente dalla Chiesa.
Anche in questa ricorrenza come in altre si possono ravvisare tracce del paganesimo e delle antiche celebrazioni.

Nell’Inghilterra al tempo dei Celti infatti il primo di novembre si celebrava Samahin, una festa, durante la quale le antiche tribu’ celtiche festeggiavano i loro morti, che ritenevano potessero in quel giorno ritornare sulla Terra per far visita ai loro cari e portare protezione.

Samahin nella antica lingua celtica significa “fine dell’estate” ed era la festa che segnava il passaggio dalla luce al buio, dal caldo dell’estate al freddo dell’inverno. In questo giorno si rendeva grazie per i raccolti e ci si preparava alla brutta stagione.

Per i Celti la morte non era intesa come la intendiamo noi e vi era una continuazione tra la vita e la morte. Successivamente la festa di Samahin venne sostituita con la festa di Halloween e la chiesa per tenere separata la celebrazione pagana da quella cristiana istituì il primo novembre, festa di ognissanti e il due novembre: la commemorazione dei morti. Tante sono le celebrazioni e i rituali che vengono fatti in questi giorni che, pur avendo una base comune, si differenziano da luogo a luogo. (Wilma)

EPIFANIA

Termine che deriva dal greco antico e significa “Mi rendo manifesto” ed era associato a una manifestazione di una qualsiasi entità divina.
Con l’avvento del Cristianesimo l’Epifania è diventata una festa associata simbolicamente a tre eventi della vita di Gesù: l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù. Il suo primo miracolo.
Si festeggia 12 giorni dopo il Natale. Per le chiese occidentali che seguono il calendario gregoriano cade il 6 gennaio . Per le chiese orientali che seguono il calendario giuliano e festeggiano il natale il 7 gennaio cade il 19 gennaio.
Leggende, tradizioni, culti antichi e pagani si associano a questa festa e sono simbolicamente racchiusi nell’Epifania . La figura della Befana, la vecchia che porta i regali ai bambini incarna una mescolanza di paure e di speranze, di male e di bene che accompagnano l’uomo dai tempi più antichi. Nella figura della befana confluiscono divinità come la luna, Ecate, Diana, la dea Madre ecc… La befana è la strega che va bruciata sul rogo, ma è anche la vecchietta che porta i doni ai bambini ripagando il bene. Questa figura complessa rappresenta il ciclo della Natura. Essa incarna la Natura che ha dato all’uomo tutti i suoi frutti e che si è appassita, invecchiata e imbruttita con l’arrivo del buio, del freddo, dell’inverno che tutto distrugge e che va quindi bruciata , ma la befana con i suoi doni è l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, diventa Madre Natura con l’avvento della bella stagione e porta nuovamente la ricchezza e l’abbondanza dei suoi doni.
Secondo una leggenda Cristiana i tre re magi non trovando la strada per giungere al luogo dove era nato Gesù domandarono a una vecchietta, incontrata sul cammino, quale era la giusta direzione. La vecchietta gliela indicò. A quel punto i Magi chiesero alla anziana di unirsi a loro ma lei rifiutò. In seguito pentita, la donna cercò di raggiungere i Magi senza riuscirci, a quel punto per riscattarsi invece di dare i suo doni a Gesu cominciò ad andare nelle case e a donarli ai bambini.
Un’altra tradizione narra invece che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio gli animali possono parlare e nelle stalle si raccontano eventi e fanno profezie, ma guai agli umani che li stanno ad ascoltare per loro incombe la sfortuna.
Vi è un detto popolare “L’Epifania tutte le feste porta via” è un detto che comunque va preso con ottimismo in quanto con la Befana si chiude e va “portato via”un ciclo ormai finito, che non ha piu nulla da donare, per lasciare il posto a una nuova rinascita piena di luce, calore, frutti, ricchezza, abbondanza, allegria e gioia. In questo senso viviamo questo giorno come apportatore di nuovo, di benessere e di felicità. (Wilma)