Perche baciarsi sotto il vischio la notte di Capodanno?

La tradizione viene fatta risalire ai Druidi, popolazione che abitava il nord Europa, si narra infatti che quando due nemici si incontravano sotto una pianta di vischio, erano soliti abbandonare le armi e accordarsi per una tregua, l’accordo veniva sancito da un bacio.
Secondo una leggenda Celtica invece la dea dell’amore Freya, aveva due figli Balder buono e Loky cattivo, Loky costrui una freccia con un ramoscello di vischio e uccise il fratello. Freya vedendo l’accaduto comincio a piangere e a disperarsi. Le lacrime della dea si trasformarono in bacche bianche che quando caddero sul cadavere del figlio lo rianimarono e Balder torno in vita. Per la felicità la dea cominciò a baciare tutti quelli che passavano sotto il vischio e i suoi baci portarono felicita’ e fortuna a tutti coloro che li ricevettero .
In seguito anche il Cristianesimo dedico’ una leggenda al Vischio. Si racconta che un vecchio, avido e avaro, sia andato davanti alla grotta dove nacque Gesù e vedendo il piccolo, abbia capito tutto il male che aveva fatto, pentito comincio’ a piangere, le sue lacrime caddero su un cespuglio e si trasformarono in perle splendenti, da allora nacque il vischio come lo conosciamo oggi.
Per Druidi e per i Celti il vischio era una pianta sacra , che si credeva allontanasse malattie e sventure, portando prosperita e fortuna. Tale valore simbolico è giunto fino a noi perciò si comprende facilmente come il vischio sia entrato nelle case e perchè si appenda alle porte la notte di Capodanno e ci si scambi gli auguri per il nuovo anno baciandosi sotto la pianta. (Wilma)

EPIFANIA

Termine che deriva dal greco antico e significa “Mi rendo manifesto” ed era associato a una manifestazione di una qualsiasi entità divina.
Con l’avvento del Cristianesimo l’Epifania è diventata una festa associata simbolicamente a tre eventi della vita di Gesù: l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù. Il suo primo miracolo.
Si festeggia 12 giorni dopo il Natale. Per le chiese occidentali che seguono il calendario gregoriano cade il 6 gennaio . Per le chiese orientali che seguono il calendario giuliano e festeggiano il natale il 7 gennaio cade il 19 gennaio.
Leggende, tradizioni, culti antichi e pagani si associano a questa festa e sono simbolicamente racchiusi nell’Epifania . La figura della Befana, la vecchia che porta i regali ai bambini incarna una mescolanza di paure e di speranze, di male e di bene che accompagnano l’uomo dai tempi più antichi. Nella figura della befana confluiscono divinità come la luna, Ecate, Diana, la dea Madre ecc… La befana è la strega che va bruciata sul rogo, ma è anche la vecchietta che porta i doni ai bambini ripagando il bene. Questa figura complessa rappresenta il ciclo della Natura. Essa incarna la Natura che ha dato all’uomo tutti i suoi frutti e che si è appassita, invecchiata e imbruttita con l’arrivo del buio, del freddo, dell’inverno che tutto distrugge e che va quindi bruciata , ma la befana con i suoi doni è l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, diventa Madre Natura con l’avvento della bella stagione e porta nuovamente la ricchezza e l’abbondanza dei suoi doni.
Secondo una leggenda Cristiana i tre re magi non trovando la strada per giungere al luogo dove era nato Gesù domandarono a una vecchietta, incontrata sul cammino, quale era la giusta direzione. La vecchietta gliela indicò. A quel punto i Magi chiesero alla anziana di unirsi a loro ma lei rifiutò. In seguito pentita, la donna cercò di raggiungere i Magi senza riuscirci, a quel punto per riscattarsi invece di dare i suo doni a Gesu cominciò ad andare nelle case e a donarli ai bambini.
Un’altra tradizione narra invece che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio gli animali possono parlare e nelle stalle si raccontano eventi e fanno profezie, ma guai agli umani che li stanno ad ascoltare per loro incombe la sfortuna.
Vi è un detto popolare “L’Epifania tutte le feste porta via” è un detto che comunque va preso con ottimismo in quanto con la Befana si chiude e va “portato via”un ciclo ormai finito, che non ha piu nulla da donare, per lasciare il posto a una nuova rinascita piena di luce, calore, frutti, ricchezza, abbondanza, allegria e gioia. In questo senso viviamo questo giorno come apportatore di nuovo, di benessere e di felicità. (Wilma)