LA PASQUA tradizione e simbologia

La festività intesa come festa religiosa cristiana ha le sue origini nella religione ebraica, infatti non dimentichiamo che Gesu Cristo era ebreo.
Anche alcuni popoli antichi come Egiziani, Persiani e Romani erano soliti festeggiare la Pasqua intesa come rinascita della natura e della primavera, dopo il gelo dell’inverno. L’usanza di scambiarsi uova è presente in molte culture in quanto l’uovo rappresenta il simbolo della fecondità, il rinnovamento della natura, una nuova nascita
La parola Pasqua in aramaico significa”passaggio, passare oltre” e per gli Ebrei ricorda Mose che libera il suo popolo dalla schiavitù del Faraone egiziano. L’agnello è diventato un simbolo pasquale perche’ con il suo sangue sparso sulle porte delle case degli Ebrei ha salvato i primogeniti ebrei dalla collera di Dio contro il Faraone e gli egiziani che non permettevano al popolo di Israele di andarsene dallìEgitto (decima piaga). Per il Cristianesimo l’agnello simboleggia Gesu’, vittima innocente, che si sacrifica e viene immolato per la salvezza dell’umanità.
Anche la colomba e l’olivo simbolo di pace derivano dalla religione ebraica infatti fu proprio una colomba con un ramoscello di olivo nel becco ad annunziare a Noe la fine del diluvio universale.
Per i cristiani la Pasqua è il simbolo della morte e della Resurrezione di Cristo. E’ caratterizzata da tre elementi: il fuoco, il cero e l’acqua.
Il fuoco rappresenta il trionfo della luce sulle tenebre, della vita sulla morte.
Il cero pasquale simboleggia la luce di Cristo che illumina l’uomo.
L’acqua e’ considerata come purificazione che attraverso il Battesimo purifica e segna il passaggio dalla morte alla vita.
Le processioni sono l’immagine del nuovo popolo di Dio che segue la luce di Cristo Risorto,
La Pasqua non si celebra mai nello stesso giorno perchè la data dipende dal primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, questo a ricordo che la fuga degli ebrei dall’Egitto avvenne appunto durante una notte di luna piena. La ricorrenza infatti cade nella prima domenica dopo il plenilunio che segue l’equinozio di primavera. (Wilma)