Riflessioni sul Natale:

festa cristiana con radici in tempi remoti, quando gli uomini, costretti a rimanere chiusi nelle loro dimore, a causa delle lunghe notti gelide, riscoprivano se stessi e con il Solstizio d’inverno si riunivano per celebrare la fine delle tenebre e la rinascita della luce.
Era un momento di comunione, di ringraziamento, di entusiasmo per la fine dell’oscurità, si accendevano i fuochi simbolo della luce e del calore che iniziava a tornare sulla Terra. Gli individui si sentivano accomunati nel lasciare alle spalle il buio e nel condividere la gioia e la speranza in un nuovo periodo pieno di potenzialità e opportunità. L’essenza della vita si risvegliava in ogni cuore e lo faceva palpitare di amore e di gratitudine, sentimenti sinceri che venivano scambiati nella semplicità di un gesto, di un umile dono per ricordare un evento importante nella vita delle comunità.
Il tempo e l’evoluzione hanno trasformato e deformato lo spirito che muoveva i rituali dei nostri avi. Il consumismo, l’apparenza, la falsità, la superficialità, hanno fatto dimenticare la vera essenza della festa che è diventata un tradizionale sfoggio di abbondanza, di tavole imbandite, dove spesso l’ipocrisia e la falsità rasserena i volti di chi a malapena si sopporta per il resto dell’anno. I doni scambiati diventano un surrogato di un affetto che nulla ha a che vedere con il cuore e con l’amore e come tali in poco tempo vengono accantonati in un angolo della casa. Il ritorno della luce solare è dimenticato dall’effimero splendore di luminarie e giochi luminosi che destano una momentanea ammirazione e stupore, ma che allontanano dai veri valori e principi della vita.
La visione della festa del Natale viene così distorta dai bisogni umani, al passo con i tempi, di colmare stress, squilibri e frustrazioni, accumulati per una esistenza dominata dalla mancanza di essere se stessi, di esprimere se stessi e le proprie capacità, tutti presi da una spasmodica corsa verso la conquista del denaro, del successo e del potere, che annienta, nel suo avanzare, ogni forma di amore e di solidarietà che un tempo accomunava le comunità.
Poveri, diseredati e tutti coloro che rifiutano modelli di consumismo e apparenza imposti dalla società, vengono emarginati e abbandonati alla loro solitudine, che spesso si trasforma in disperazione, in un mondo dove valori come la solidarietà, l’umiltà e l’amore che incarnano il vero spirito della festa, sono stati messi al bando.

Forse sarebbe il momento opportuno perche l’umanità riscoprisse se stessa, il palpitare del proprio cuore, e sintonizzandosi sui battiti rallentasse il passo e cambiasse il modo di considerare la vita e gli eventi che ne scandiscono i periodi .e i cicli vitali (Wilma)